Sei sempre stato il mio angolo di serenità, anche quando ci arrabbiavamo l'uno con l'altro per il solo gusto di far pace.
Eravamo due caratteracci che si smussavano tra di loro, ogni angolo che avevamo si è adattato agli incavi dell'altro e sento freddo da quando non ci incastriamo più. Non so incastrarmi con nessun altro. Non è cambiato niente da allora, siamo sempre gli stessi siamo sempre io e te. E un giorno viaggeremo per l'Europa, mano nella mano e cuore nel cuore, perché, nonostante tutto, io questa vita te la dedico. È tuo ogni passo, è tuo ogni respiro. Perché ti avrei regalato il mondo se me l'avessi chiesto, lo sai, e da quando non ci sei io di questo mondo non me ne faccio niente. Vivo per tornare da te, per saperti felice, per sentirti vicino. Sono ancora qui oggi a ripeterti che non è cambiato niente, a fingere che in queste notti che sono più per noi tu mi stia ancora parlando del tempo che vorresti passare con me. Sono ancora qui e non mi interessano le cose che sono cambiate in questi anni, mi interessano solo le cose che non cambieranno mai, come il sapore delle fragole mature, la bellezza della filosofia moderna e il nostro legame. E chi lo sa se ti andrei bene anche oggi che forse sono finita nelle cose che un po' sono cambiate, perché forse un po' sono cresciuta. Chissà se mi riconosci, chissà cosa pensi di me, delle mie scelte, dei miei passi avanti e dei miei passi indietro, dei miei errori, delle mie nuove convinzioni. Io ancora me lo chiedo, se ti vado bene o meno. Dio come mi manca averti qua a placare le mie ansie, averti qua ad annullare le mie paure, a dirmi di amarmi forte come mi ami tu. Io non mi amo più se non ci sei tu. Sei ancora in tutti i miei sensi. Stai con me sempre, anche quando non te lo chiedo, tu, stai con me. Ho bisogno di sentirti vicino quando la notte la luna non c'è e quando di giorno il sole è fortissimo. Avrei voluto dirti che tutto mi parla di te, che camminare mi piace di più se mi tieni la mano, che i tuoi sono gli unici occhi per cui vale la pena lottare. In qualche modo, vedi, sei diventato il mio "per sempre". Forse lo sei sempre stato inconsapevolmente. Forse lo volevi anche essere. E rimpiango tutte le cose che non ti ho mai detto pensando di avere il tempo, pensando che prima o poi sarebbe arrivato il nostro momento, che presto o tardi mi avresti portato a Londra. Ma non ho mai spesso di guardarti come se fossi la cosa più bella del mondo. Quando penso a te la voce mi si spezza ancora e il cuore mi batte forte in gola come se si fosse incastrato lì l'ultima volta che me l'hai spezzato. E devi saperlo che ogni passo è un salto nel vuoto. Ti aspetto ad ognuno di essi e, nel frattempo, cerco di non distruggermi.
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Non di persone che insistono ma che esistono, che siano vere, sane, pure, pronte.
Ho bisogno di qualcuno che mi tenga testa e me la faccia perdere. Ho bisogno di una persona che sa quanto vale la vita e che dia significato alla mia. Ho bisogno di chi aggiunge, non di una metà, perché io non sono metà. Persone folli, che si fidano, che si lasciano andare, che mi insegnino tutto quello che non so, persone che si entusiasmano e che trovano sentimenti forti anche nelle cose piccole, che non si lamentano mai e bruciano di passioni. Voglio con me qualcuno che capisca quando io ho bisogno di fermarmi, ma che non si fermi mai. Nessuno deve essere l'àncora dell'altro, a volte solo il timone. Ho bisogno di qualcuno che non mi chieda mai di rinunciare, a niente, mai, non per paura, non per protezione. Non voglio protezione, voglio rischiare e farmi male e rischiare di nuovo perché è questo che mi tiene in vita. Ho bisogno di qualcuno che sappia- Non importa cosa. Ma se sa qualcosa per me è abbastanza. Può saper ballare, cantare o pattinare, può sapere a memoria tutte le poesie di Keats o come far partire una macchina collegando i fili, può saper aggiustare un frullatore o solo come allacciare le stringhe con una mano sola. Ma il sapere è fondamentale, ci rende interessanti. Voglio qualcuno che si fidi incondizionatamente, che non sappia mentire almeno con gli occhi, che non si vergogni di niente e che non abbia rimorsi. Voglio qualcuno che mi porti a fare il bagno di notte, al mare, nudi di ogni costrizione, senza frenare, senza giochetti, senza astuzia. Ho bisogno di qualcuno che guarda le stelle e ci vede qualcuno. Voglio qualcuno che fa tutto quello che pensa e ci crede intensamente, e che quando fa qualcosa di stupido o di sbagliato, mi chiami e mi chieda di farla insieme. Qualcuno con cui prendere la macchina e fare 400 km per guardare il tramonto dal punto giusto, con cui arrampicarsi su una montagna perché dall'alto il cielo sembra più grande, con cui giocare nudi sul parquet di casa, col pongo, e fare la barba finta con la schiuma nella vasca da bagno senza badare di bagnare il pavimento. Voglio qualcuno che non pensa alle conseguenze ma pensa al qui, adesso, insieme. Qualcuno che rida con la bocca aperta, anche mentre mastica. Ho bisogno di qualcuno che mi lasci essere stupida e pensi che io sia profondamente intelligente, che mi lasci essere chi sono e pensi solo ad essere chi è. Ho bisogno di qualcuno che mi lasci libera e che sia libero. Ci sono state delle volte in cui ci siamo voluti senza farci male.
Sono state poche ma sono state intense. Ci amavamo così forte che l'amore ci ha distrutto. Ero felice però, ogni volta che venivo distrutta ero solo felice fossi stato tu. Chi sta male non lo dice, ma vorrebbe. Ci sono certi giorni in cui semplicemente le cose non vanno, giorni in cui penso solo a come sarebbe stato essere qui oggi con te. Mi chiedo per cosa avremmo litigato e quanto bello sarebbe stato fare pace. Forse per colpa mia. Forse per colpa tua. Forse oggi non avremmo neanche litigato, forse avremmo solo parlato di baci, di Londra e di viaggiare insieme. Forse oggi saremmo stati felici. Ogni tanto durante la giornata mi viene voglia di smettere tutto e pensarti solo, per ricordarti che per te fermerei il mondo. Ti ricordi quella volta in cui hai poggiato la testa sulle mie gambe e subito mi hai chiesto se mi dava fastidio? Eri così tu, sei entrato nella mia vita in punta di piedi assicurandoti di non mettere nulla in disordine e non hai mai capito di aver messo tutto al posto giusto. Mi manchi perché sai che sono disordinata e da quando mi hai lasciato la mia vita è sottosopra. Tu ti accorgevi di me. Tu mi aggiustavi. Eri tutto il buono che mi serviva, tutto il buono che volevo. Non mi davi fastidio, mai. Neanche quando stavo in silenzio, è che sai, nulla di troppo dolce ma, sarei rimasta per ore ad ascoltarti. Ti ascoltavo come tu ascoltavi la tua canzone preferita, mentre io ti dedicavo la mia. Io so che il per sempre esiste, ed esiste in te che esisti in me, e la tristezza solenne che mi abita non è altro che consapevolezza che è proprio per quel per sempre che siamo divisi eternamente. Io non ti ho scelto, ti ho appena guardato e già non potevo più tornare indietro, è la vita che ci ha scelto perché eravamo abbastanza forti da affrontarci. Ma non pensare che io sia felice, c'è sempre chi piange e non lo dice. C'è qualcosa di sbagliato negli atti incompiuti. Un po' di vita sprecata forse, del tempo accantonato, poggiato in un angolo e ignorato.
I posti che non abbiamo visitato, i film che non abbiamo visto, gli abbracci che non abbiamo dato, ci tolgono qualcosa. L'inferno è quando le cose non si compiono. Dobbiamo ricordarci di vivere anche quando non ne abbiamo il coraggio perché guardare indietro e vedere solo pezzi mancanti non fa bene alla salute. Dobbiamo ricordarci di non tirarci indietro, neanche di un passo, neanche un momento perché le cose non fatte ci distruggeranno. Gli addii non detti sono la causa di decine di ferite aperte e mai chiuse. Se una cosa finisce, si va avanti, si cambia, si inizia qualcosa di nuovo. Ma senza una fine da dove si ricomincia? Il cerchio non si chiude, la ferita non si rimargina. Non si può cambiare capitolo se non si è finito di vivere in quello precedente. Se fai la piega all'angolo della pagina, è perché lì ci vuoi tornare. Gli addii non detti sono le pieghe agli angoli delle pagine. Rovinano e ricordano. Gli addii non detti non ci fanno respirare, sono blocchi di cemento sul petto. Fanno male perché non sono accaduti. Perché non sono stati affrontati. Ti ricordano che avrai sempre un conto in sospeso, che non puoi dormire tranquilla perché non hai concluso le commissioni della giornata, che sei sempre di fretta perché c'è ancora qualcosa che devi fare, che sei impegnata perché devi ancora dire addio. Come se dovessi ancora andare al supermercato solo che dire addio fa più male. Da una parte compri da mangiare e dall'altra smetti di mangiare. Perché non hai tempo di mangiare se hai un chiodo fisso. Gli addii non detti sono chiodi fissi. Se ci fossimo guardati negli occhi e tenendoci le mani come vecchi amici avessimo creduto in quell'addio, il cerchio si sarebbe chiuso, ce ne saremmo fatti una ragione, saremmo andati avanti nelle nostre patetiche vite sapendo di essere a posto con noi stessi. Ma se non ci si dice addio si resta incompiuti per sempre. E' l'inferno. Penso sempre che un addio mi avrebbe spezzato il cuore, ma che bello sarebbe poi stato farmelo ricostruire da capo da mani amiche. Ma le mie mani amiche erano le tue e non mi hai mai detto addio. Siamo rimasti incompiuti ma all'inferno ci sono finita solo io, coi miei mille vorrei, i miei mille non posso, non riesco, non voglio. Sono all'inferno da quando apro gli occhi ogni mattina in un mondo a metà, un mondo che non sorride come te. L'avrei accettato. Avrei accettato un addio sincero, avrei accettato di non rivederti più se avessi avuto la possibilità di chiederti di restare. Avrei accettato di non averti più nella mia vita se quell'ultimo abbraccio l'avessi fatto durare abbastanza. E non sarebbe stato male per sempre. Ma così no. Senza scegliere, senza poterci ripensare, senza un addio non lo posso accettare. Continuo a pensarti forte perché questo tiene in vita entrambi e ci tiene in vita insieme. Da qualche parte il non esserci detti addio ha significato non esserci lasciati. Da qualche parte siamo accaduti. Da qualche parte siamo tornati a quella pagina con la piega e ci siamo detti che non poteva andare diversamente perché gli addii non detti non sono addii. E noi ci siamo detti tante cose, ci siamo detti cose che non possono morire, ma non ci siamo mai detti addio. |